Premio Sakharov 1998

 

IBRAHIM RUGOVA

 

Nacque a Cerrcë il 2 dicembre 1944, nella municipalità di Istok in Kosovo, da una famiglia d’agricoltori nazionalisti. Il padre e il nonno furono uccisi nel '45 dalle brigate della sicurezza jugoslava.

Terminò la scuola primaria ad Istok e la scuola superiore a Pec, laureandosi nel 1971 e svolgendo, cinque anni più tardi, il dottorato in letteratura albanese all'Università di Pristina. Terminò la specializzazione a Parigi presso la Scuola di studi superiori di scienze sociali con Roland Barthes e il dottorato a Pristina nel 1984 con una tesi dal titolo Orientamenti e premesse della critica letteraria albanese.

Fu redattore della rivista studentesca Bota e re (Nuovo mondo) e Dysuria (Sapere), critico letterario, assistente presso l'Istituto di albanologia di Pristina e professore di letteratura.

Decise poi di entrare in politica: ciò avvenne nel 1989, dopo la revoca dell'autonomia di cui il Kosovo godeva fin dal '74, da parte dell’allora presidente serbo Slobodan Milošević. Fondò il primo partito politico del Kosovo, la Lega democratica del Kosovo, del quale fu il leader fino al 23 febbraio 2005.

Sotto la sua guida il 2 luglio 1990 i delegati albanesi dell'Assemblea del Kosovo adottarono la Dichiarazione costitutiva, con la quale dichiararono il Kosovo una repubblica. Tre giorni più tardi, il Parlamento della Serbia prese la decisione di sciogliere l'Assemblea del Kosovo. Dopo di che gli albanesi (del Kosovo) diedero vita alle istituzioni parallele, comprese le scuole.

Dal 1989 al '91 guidò con il sociologo Anton Cetta i "consigli della riconciliazione", grazie ai quali centinaia di famiglie albanesi, divise dalla vendetta del sangue praticata secondo l'arcaico codice consuetudinario, si riappacificarono.

Nel '92 le elezioni designarono Rugova come presidente dell'autoproclamata Repubblica del Kosovo. Dal '93 Rugova visitò le principali capitali europee e fu ricevuto dai governi, ai quali denunciò la repressione e le violazioni dei diritti umani subite dal suo popolo; chiese un intervento della comunità internazionale e propose per il Kosovo il progetto di un'autonomia sotto protettorato internazionale.

Dal '94 Rugova andò più volte negli USA, dove fu ricevuto dal presidente Clinton e per due volte, nel '96 e nel '97, anche dal Papa.

Nel 1996 fu candidato al Nobel per la pace nel 1996.

Creatore di un governo ombra del Kosovo, e divenuto interlocutore credibile presso i Paesi occidentali, Rugova portò avanti la propria lotta per l'indipendenza del Kosovo con metodi non violenti: per questo fu soprannominato “il Gandhi dei Balcani”, ma divenne oggetto d’aspre critiche e talora di minacce alla sua sicurezza da parte dell'UÇK.

Per la sua azione diplomatica, riconosciuta dai maggiori governi occidentali, nel 1998 fu insignito del premio alla libertà di pensiero intitolato ad Andrej Sakharov.

Rugova è stato membro del team negoziale durante i negoziati serbo-albanesi tenuti a Rambouillet in Francia, nel febbraio 1999. Il primo mese e mezzo di bombardamenti della NATO sulla FRJ, Rugova lo trascorse agli arresti domiciliari a Pristina sotto la "protezione della polizia serba". In quel periodo Rugova, per circostanze imprecisate, si incontrò con l'allora presidente della FRJ Slobodan Milošević e davanti alle telecamere della RTV serba chiese la fine dei bombardamenti, il passaggio ai negoziati politici e l'autonomia del Kosovo nell'ambito della RFJ.

Col beneplacito di Milošević, e l'intercessione straniera, il 5 maggio 1999 con un aereo del governo italiano fu trasferito a Roma, e alcuni giorni dopo con la famiglia arrivò in Germania e rimase all'estero fino al ritorno in Kosovo, il 30 luglio dello stesso anno.

Alle elezioni comunali, il 17 novembre 2001, il suo partito ottenne il maggior numero di deputati e a lui diedero l’incarico di presidente del parlamento kosovaro e presidente del Kosovo.

Come presidente del Kosovo Rugova fu eletto il 4 marzo 2002, al quarto turno, dopo che i tre maggiori partiti albanesi, falliti i primi tre tentativi, raggiunsero un accordo sull'elezione del presidente e del premier.

Fu nominato senatore onorario d'Europa a Antwerpen il 1 febbraio 2004, riconoscimento che il Senato europeo conferisce alle personalità politiche europee per meriti nella democrazia, nella pace, nella scienza e nell'ambito dei diritti umani in Europa. Fu proclamato dottore honoris causa presso l'Università di Tirana il 9 settembre 2004.

Di nuovo come presidente del Kosovo (con un mandato di tre anni) fu eletto il 3 dicembre 2004, dopo le elezioni parlamentari in Kosovo nell'ottobre dello stesso anno, alle quali il suo partito LDK ottenne il maggior numero di deputati.

È deceduto la notte del 21 gennaio 2006 alle 11.40 all’età di 61 anni per le conseguenze di un tumore ai polmoni che gli era stato diagnosticato nel settembre 2005. In Kosovo è stato decretato un lutto nazionale di cinque giorni. Il 27 dicembre era stato vittima di un collasso che lo aveva costretto a cancellare un incontro con il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, in visita nei Balcani.
I mezzi di comunicazione hanno riportato, in occasione della morte, le insistenti voci di una sua conversione segreta al cattolicesimo, con battesimo, da parte di Papa Giovanni Paolo II, in data 24 aprile 1994.

La sua morte è sopraggiunta a breve distanza dall'inizio dei colloqui, a Vienna, tra serbi e albanesi sullo status del Kosovo, amministrato dalle Nazioni Unite dal giugno del 1999. Tali incontri sono stati conseguentemente rinviati.

Cittadino onorario di Venezia, Milano e Brescia, dietro di sé ha lasciato la moglie Fana, i figli Mendini e Uka e la figlia Teuta.

 

Michele Casellato, Lisa Conforto & Loris Nonnato