Oriana Fallaci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA

 

Scrittrice e giornalista italiana (Firenze, 29 giugno 1929 - ivi, 15 settembre 2006). Fu la prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale.

Oriana Fallaci è la prima di quattro sorelle. Il padre Edoardo fu un attivo antifascista che coinvolse la figlia, a soli quattordici anni, nella Resistenza con compiti di vedetta. La giovane Oriana si unì così al movimento clandestino Giustizia e Libertà, vivendo in prima persona i drammi della guerra: nel corso dell’occupazione di Firenze da parte dei nazisti, il padre fu catturato e torturato a villa Triste, ed in seguito rilasciato mentre la Fallaci fu impegnata come staffetta per trasportare munizioni da una parte all'altra dell’Arno attraversando il fiume nel punto di secca, dal momento che i ponti erano stati distrutti dai tedeschi.

Per il suo attivismo durante la guerra, nel 1943, a quattordici anni, ricevette un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano.

L’esordio nel giornalismo

 

Dopo aver frequentato il Liceo classico, si iscrisse alla Facoltà di Medicina, che lasciò ben presto per dedicarsi al giornalismo, esortata dallo zio Bruno Fallaci, grande penna e direttore di settimanali.

Esordì al «Mattino» dell'Italia centrale, quotidiano di ispirazione democristiana, dove si occupò di svariati argomenti, dalla cronaca nera e giudiziaria al costume. Licenziata dal quotidiano, si trasferì a Milano per lavorare al settimanale «Epoca» di Mondadori, allora diretto da suo zio Bruno Fallaci, che per non favorirla le affidava degli «incarichi infami».

Nel 1951 venne invece pubblicato il suo primo articolo per «L’Europeo», per il quale si occupò di modernità, mondanità, ma anche di cronaca nera.

Nel luglio 1956 giunse per la prima volta a New York per occuparsi di divi del cinema e dello spettacolo. Da quest'esperienza venne tratto il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood, dove racconta i retroscena della vita mondana di Hollywood.

 

Gli anni ’60

 

Nel 1961 realizzò un reportage sulla condizione della donna in Oriente che poi diventerà il primo vero successo editoriale della Fallaci scrittrice: Il sesso inutile.

Nel 1962 uscì Penelope alla guerra, la prima opera narrativa in cui racconta la storia di Giò, una ragazza italiana che si reca a New York per il suo lavoro di soggettista, dove incontrerà persone del suo passato.

Alla vigilia dello sbarco americano sulla Luna la Fallaci partì per gli USA per andare ad intervistare astronauti e tecnici della NASA. Nel 1965 pubblicò il libro Se il sole muore, diario di quest'esperienza che la scrittrice dedicò a suo padre.

Nel 1967 si recò in Vietnam in qualità di corrispondente di guerra per «L'Europeo». Ritornerà nel paese dell’Indocina dodici volte in sette anni raccontando la guerra, criticando sia i Vietcong e i comunisti, sia gli Statunitensi e i Sudvietnamiti, documentando menzogne e atrocità, ma anche gli eroismi e l'umanità di un conflitto che la Fallaci definì «una sanguinosa follia». Le esperienze di un anno di guerra vissute in prima persona vennero raccolte nel libro Niente e così sia, pubblicato nel 1969.

A metà del 1968 la giornalista lasciò provvisoriamente il fronte per tornare negli USA a seguito della morte di Martin Luther King e di Bob Kennedy e delle rivolte studentesche di quegli anni.

Il 2 ottobre 1968, alla vigilia dei Giochi olimpici, durante una manifestazione di protesta degli studenti universitari messicani contro l’occupazione militare del Campus dell'UNAM, oggi ricordata come il massacro di Tlatelolco, la Fallaci rimase ferita in piazza delle Tre Culture a Città del Messico. Morirono centinaia di giovani e anche la giornalista fu creduta morta e portata in obitorio: solo in quel momento un prete si accorse che era ancora viva.

Come corrispondente di guerra seguì anche i conflitti tra India e Pakistan, in Sud America e in Medio Oriente.

Nel 1969 il comandante dell’Apollo 12, Charles Conrad, alla vigilia del lancio, si recò a New York per incontrare la Fallaci e chiederle un consiglio riguardo la frase da usare al momento di mettere piede sulla Luna. Poiché Neil Armstrong aveva detto: «Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l'umanità», la fiorentina consigliò, dato la bassa statura di Conrad, la frase: «Sarà stato un piccolo passo per Neil, ma per me è stato proprio lungo». Il comandante, che portò con sé sulla Luna una foto di Oriana bambina con la madre, disse proprio questa frase una volta giunto sul satellite.

 

Gli anni ’70 e l'incontro con Panagulis

 

Il 21 agosto 1973 la giornalista fiorentina conobbe Alekos Panagulis, l’eroe della Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli. Si incontrarono il giorno in cui egli uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un apparente incidente stradale il 1° maggio 1976. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1979. 

Un uomo è un'opera che, al di là del suo pieno di vendite, scatenò allora roventi polemiche e infuocati contenziosi. È un romanzo-verità su Alekos Panagulis, una cronaca fedele di eventi realmente accaduti, il ritratto di un uomo che ha pagato con la vita il suo sogno di libertà. Panagulis è stato il compagno della Fallaci: il suo amante, l’unico amore della sua vita.

All’attività di reporter hanno fatto seguito le interviste a importanti personalità della politica, le analisi dei fatti principali della cronaca e dei temi contemporanei più rilevanti. Tra i personaggi intervistati dalla Fallaci: Re Hussein di Giordania,  Pietro Nenni, Giulio Andreotti, Giorgio Amendola, Indira Gandhi, l’Ayatollah Khomeini, Muammar Gheddafi. Alcune di queste interviste sono raccolte nel libro Intervista con la Storia uscito nel 1974.

Nel 1975 la Fallaci e Panagulis collaborarono alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, amico della coppia. La Fallaci sarà la prima a denunciare il movente politico dell’omicidio del poeta.

Nello stesso anno uscì il primo libro di Oriana Fallaci diverso dall’inchiesta giornalistica, Lettera a un bambino mai nato. Fu il primo grande successo editoriale della scrittrice, che vendette quattro milioni e mezzo di copie in tutto il mondo.

Nel 1976 sostenne le liste del Partito Radicale, anche per le loro campagne femministe.

Consegnandole la laurea honoris causa in Letteratura, il Rettore del Columbia College di Chicago la definì «uno degli autori più letti ed amati del mondo».

 

Insciallah e il trasferimento a New York

 

Nel 1990 uscì il romanzo Insciallah, in cui la scrittrice coniuga la ribalta internazionale con il racconto. Il libro è ambientato tra le truppe italiane inviate dall’ONU nel 1983 a Beirut. La Fallaci ottenne dall’allora Ministro della Difesa Spadolini di essere accreditata presso il contingente italiano. Il libro si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei kamikaze islamici contro le caserme americane e francesi che causò 450 morti tra i soldati.

È l'ultima volta della Fallaci come inviato di guerra. Dopo l’uscita di Insciallah, la scrittrice si isolò andando a vivere a New York, Qui iniziò a scrivere un romanzo la cui lavorazione, durata per tutti gli anni ’90 del Novecento, venne interrotta dai fatti dell’11 settembre 2001.

In questo periodo scoprì di avere un cancro ai polmoni.

 

Dopo l’11 settembre

 

I suoi libri e articoli sulle tematiche dell’11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell’opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice denuncia la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, è incapace di difendersi.

Nel 2004 la Fallaci si schierò contro l’eutanasia relativamente al caso di Terry Schiavo, presentando le sue posizioni con un articolo apparso su «Il Foglio», e contro il referendum abrogativo della legge sulla procreazione medicalmente assistita, con un articolo pubblicato dal «Corriere della sera».

Dopo aver espresso per tutta la vita opinioni anticlericali e dopo essersi dichiarata «atea-cristiana», dichiarò pubblicamente la sua ammirazione verso Papa Benedetto XVI, che la ricevette a Castel Gandolfo in udienza privata il 27 agosto 2005, pur ribadendo la sua posizione di non credente. L’incontro doveva rimanere segreto, ma la notizia fu resa pubblica tre giorni dopo l’incontro, mentre i contenuti del colloquio non sono mai stati resi noti.

Nel marzo 2005 il quotidiano «Libero» lanciò una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica conferisse alla Fallaci il titolo di Senatore a vita. Vennero raccolte oltre 75.000 firme.

 

La morte

 

La Fallaci è deceduta il 15 settembre 2006 a settantasette anni, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto al tumore che da anni l’aveva colpita. Aveva deciso di tornare a Firenze, con grande riserbo, per passarvi i suoi ultimi giorni.

È stata sepolta nel cimitero degli Allori, di rito evangelico, ma che ospita anche tombe di atei, musulmani ed ebrei, alle porte di Firenze in località Galluzzo, nella tomba di famiglia, accanto ad un ceppo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita.

 

Frasi memorabili a favore della libertà di pensiero, informazione ed espressione

 

·         «Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io. La mia mamma, quando è molto infelice, sospira: “Ah, se fossi nata uomo!”. Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicar l’assassinio di un uomo e di una donna.

Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.

Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidenza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio o rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata. Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto fra tanti diritti. Faticherai tanto ad urlarlo.

E spesso, quasi sempre, perderai. Ma non dovrai scoraggiarti. Battersi è molto più bello che vincere, viaggiare è molto più divertente che arrivare: quando sei arrivato o hai vinto o avverti un gran vuoto. E per superare quel vuoto devi metterti in viaggio di nuovo, crearti nuovi scopi. Sì, spero che tu sia una donna: non badare se ti chiamo bambino. E spero che tu non dica mai ciò che dice mia madre. Io non l’ho mai detto» (da Lettera a un bambino mai nato).

 

·         «Io, te lo ripeto, non temo il dolore. Esso nasce con noi, cresce con noi, ad esso ci si abitua come al fatto di avere due braccia e due gambe» (da Lettera a un bambino mai nato).

 

·         «Il coraggio è fatto di paura» (da La rabbia e l’orgoglio).

 

·         «Vi sono momenti nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre» (da La rabbia e l’orgoglio).

 

·         «Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano».

 

·         «La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere».

 

Premi e riconoscimenti

 

·         Il 30 novembre 2005 ha ricevuto a New York il premio «Annie Taylor» per il coraggio del Centro Studi di Cultura Popolare. La scrittrice è stata onorata per «l’eroismo e il valore» che hanno fatto di lei «un simbolo nella resistenza contro il fascismo islamico e una combattente nella causa dell’umana libertà» L’«Annie Taylor Award» (istituito in ricordo della prima persona che era riuscita a sopravvivere in un viaggio all’interno di una botte dalle cascate del Niagara) viene assegnato a individui che hanno mostrato e mostrano eccezionale coraggio in circostanze pesantemente avverse e di fronte a grave pericolo.

 

·         L’8 dicembre 2005 è stata insignita dell'«Ambrogino d’oro», il più prestigioso riconoscimento conferito dalla città di Milano.

 

·         Su proposta del Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, il 14 dicembre 2005 il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ha insignito Oriana Fallaci con una medaglia d’oro quale «benemerita della cultura». Le sue condizioni di salute le hanno impedito di prendere parte alla cerimonia di consegna.

 

·         Il 22 febbraio 2006 il Presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini ha insignito la Fallaci della medaglia d'oro del Consiglio stesso. Nencini ha motivato la sua scelta dicendo che la Fallaci è una delle bandiere della cultura toscana nel mondo.

 

BIBLIOGRAFIA

 

·         I sette peccati di Hollywood, 1958

 

·         Il sesso inutile, 1961

 

·         Penelope alla guerra, 1962: La storia si svolge a New York e racconta di una Penelope che non si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela aspettando il ritorno di Ulisse ma, Ulisse lei stessa, viaggia alla ricerca della sua identità e della sua libertà.

 

·         Se il sole muore, 1965

 

·         Niente e così sia, 1969: Reportage dalla guerra del Vietnam. Un lungo diario di guerra fino alla rivolta degli studenti di Città del Messico per rispondere alla domanda di una bambina: «La vita, cos’è?»

 

·         Intervista con la storia, 1974: Raccolta di interviste realizzate per «L'Europeo», soprattutto a personaggi politici

 

·         Lettera a un bambino mai nato, 1975: È il primo grande successo della scrittrice toscana, bestseller in tutto il mondo. La Fallaci immagina di parlare con il bambino che porta in grembo chiedendosi se sia giusto o meno donargli la vita.

 

·         Un uomo, 1979: Volume dedicato al suo compagno Alekos Panagulis, eroe della lotta contro la dittatura dei colonnelli in Grecia.

 

·         Insciallah, 1990: Romanzo ambientato in Libano ai tempi della guerra civile e del primo intervento dell'ONU (con il quale era presente anche una forza italiana, protagonista della storia) per fermare l’ondata di odio fondamentalista che investì la regione dopo l'arrivo dell’OLP di Arafat con migliaia di profughi arabi dalla Palestina.

 

·         La rabbia e l'orgoglio, 2001: Il libro riprende con varie aggiunte un lunghissimo articolo pubblicato dal quotidiano «Il Corriere della sera» il 29 settembre 2001. Il tono è quello di un pamphlet contro le dittature, il terrorismo, l’estremismo ed il fanatismo religioso nati dall’Islam, ma anche contro la mediocrità dei governanti che, celandosi dietro il linguaggio politicamente corretto, tollerano e in certi casi favoriscono il propagarsi della cultura islamica nell’Occidente. Il libro ha suscitato molte critiche e polemiche per il suo taglio duro e per certe affermazioni che, inizialmente attribuite allo shock per gli attentati, in seguito sono state confermate dall’autrice e riprese nel libro successivo.

 

·         La forza della ragione, 2004: Libro di denuncia verso il declino culturale dell’Occidente e il pericolo rappresentato dagli immigrati musulmani, che avendo un tasso di natalità più alto degli occidentali rischiano di trasformare l’Europa in «Eurabia». In questo libro, inizialmente concepito come un post scriptum del precedente, la Fallaci risponde ai violenti attacchi ricevuti da gruppi islamici, gruppi politici e movimenti facenti riferimento soprattutto alla sinistra a seguito della pubblicazione del volume del 2001.

 

·         Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci, 2004: Volume uscito nel mese di agosto per i lettori del «Corriere della sera».

 

·         Oriana Fallaci intervista se stessa - L'Apocalisse, 2005: Esce in libreria Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci con un nuovo titolo, varie aggiunte (la Fallaci narra il suo incontro con Bin Laden) e un nuovo capitolo (L'Apocalisse). È l'ultimo libro pubblicato prima della morte (nelle ultime pagine parla proprio di quest’argomento).

 

·         Un cappello pieno di ciliege, 2008: È il romanzo postumo della scrittrice fiorentina, che racconta la storia della famiglia Fallaci su cui aveva lavorato per oltre dieci anni. Il libro è uscito su ferma volontà del nipote ed erede universale di Oriana, Edoardo Perazzi, il quale ha seguito precise disposizioni della scrittrice riguardo la pubblicazione del testo. Un cappello pieno di ciliege è una saga familiare che attraversa la storia italiana dal 1773 al 1889.

 

Silvia Alban, Valeria Guarnieri,

Sara Rodella & Gioia Sguotti