SANT’ANGELO IN VADO

LIBERTA DI ESPRESSIONE E DI INFORMAZIONE

 

 

Nel programma della nostra scuola (Scuola  Secondaria  di 1°grado con alunni di anni 11 – 14 anni)  noi studiamo la storia del nostro paese e in particolare il terzo anno , il periodo dell’800 e ‘900.

 Nell’ ambito delle attività riferite alla storia abbiamo voluto soffermarci e approfondire  il periodo delle società segrete  inizi dell’800 quando la mancanza di libertà di parola e di informazione era

 totale.

 Pertanto erano sorte le società segrete che codificando diversi linguaggi  “ come quello dei Carbonari”, hanno dato vita a episodi di vero eroismo e di amor di patria  e di libertà.

Ecco il racconto , prodotto da  noi , immaginando una scena dell’epoca studiata.

 

 

Raggi di LIBERTÀ

 

 

Milano, anno 1844. Una città austera, burbera, rovente. Ormai una fornace più che una città; dentro vi bruciano pensieri, emozioni, paure, diffidenze ma soprattutto vi bruciano le idee di unione di molte persone. L'Italia è suddivisa in molti stati, non c'è una vera unione. In questi periodi solo pochi hanno il coraggio, solo pochi hanno le idee e soprattutto hanno l'ambizione di voler unire l'Italia in unica patria, di diventare un solo popolo. La città è buia, paurosa,dietro ogni angolo può esserci un insidia o peggio. Vicoli bui dove si aggirano ratti, sorci, e qualsiasi altra sustaggine si aggiri da quelle parte. Le fogne che scorrono a cielo aperto sono un ottimo conduttore per le malattie: il colera, la tubercolosi...tutti mostri che prima dormono, ma quando poi si svegliano e ti assalgono sei spacciato. Questo sarà un secolo pieno di invenzioni, un rifiorire della storia Italiana, ma la luce impiega tanto a risalire dal buio, come il tempo che un seme impiega per crescere. E le idee di rivoluzione sono così, devi spargerle e aspettare a lungo prima di poterle raccogliere, e solo quando saranno sbocciate la gente sarà pronta a insorgere, e verrà la pace. Anche se questa pace non potrà durare a lungo: gli uomini sono ingordi, vogliono e basta, e quando uno ha un fucile in mano basta che davanti ci sia una persona con la camicia di un altro colore e allora è il putiferio.  Ma l'Italia è questa, tutti pensano che per avere una nazione basta una cartina geografica ed un fucile, ma non siamo noi che abbiamo la nazione, è la nazione che ha noi, perché noi siamo un popolo e quello che accomuna un popolo non è un fucile...non è una cartina!!! Un popolo si chiama così se parla la stessa lingua se vive allo stesso modo, se si fa asta della bandiera. E noi nell'800 è proprio questo che volevamo...volevamo poter levare di nuovo il nostro tricolore, e farci portabandiera dell'Italia!!!!!!! Per ora tutti hanno paura; poche persone che passeggiano, o, forse, che fuggono al destino. Lo sguardo basso, rivolto a terra, oscuro. Un solo rumore li distoglie: dei passi che risuonano tra una casa e l'altra, sono le guardie di Radetski!!! Esse marciano con un passo marcato, svelto, impaziente. Forse cercano qualcosa, forse cercano qualcuno, forse cercano i loro nemici più furbi...forse cercano proprio i carbonari!!!!!!! Luigi era un ragazzo di 16 anni, alto, con occhi e capelli marroni. Lo sguardo un addormentato che celava la sua prontezza, aveva i lineamenti marcati di chi anche se giovane, aveva vissuto una vita difficile. La faccia sporca, da adulto. Indossava un paio di pantaloni vecchi larghi e lacerati, una maglietta rossa anch'essa consumata dal tempo; le suole delle scarpe consumate e logore dal tempo. Per sua fortuna, era magro, ma di fisico robusto, e questo gli bastava per non cedere alle orrende malattie di quel tempo. Nel suo sguardo, sotto la flemma gli si potevano leggere molte qualità come l'orgoglio e l'astuzia, ma anche parecchi difetti come l'immensa testardaggine e un forte desiderio di vendetta. Cresciuto nei vecchi quartieri di Milano, è ora nascosto con molte persone nei sotterranei. Loro fanno parte della Carboneria, e Luigi ne è appunto uno dei messaggeri. Mazzini gli aveva imparato a credere in molti valori, come l'amicizia, l'amore e soprattutto la libertà. Egli si fidava ciecamente di lui, ed è per questo che l'aveva cresciuto come un figlio. La strada era lunga da percorrere, e i messaggi difficili da nascondere. Durante il percorso ogni sorta di pensieri passavano per la testa: -" ...E se troveranno il mio messaggio??? E se intercetteranno gli altri carbonari??? ...sarà la fine!!!!!  Ma poi faceva buon gioco a cattiva sorte ed aveva sempre una frase che gli balenava per la testa: -"Impossibile, Mazzini e gli altri sono nascosti bene, nessuno li troverà mai"- Mentre cercava di scacciare questi pensieri, aumentava il passo, con ansia. Un rumore distolse i suoi ragionamenti...erano le guardie che si avvicinavano!!!! Il giovane fu quasi in preda al panico, e iniziò a sudare dalla paura. Le guardie erano sempre più vicine: trattenne il fiato, deglutì e passò facendo finta di niente. Cercando di non voltarsi mai, ascoltava attentamente il rimbombo dei loro passi sempre più lontani...l'aveva scampata!!! Ed è così che Luigi tornò a casa, in un sotterraneo dei vecchi quartieri di Milano. I vecchi quartieri erano costituiti da case vecchie e ammassate, con accessi misteriosi e porte segrete. In molti muri si poteva leggere la scritta "W VERDI": un messaggio sublime, apparentemente riferito al grande maestro, ma che in realtà aveva un significato ben più complesso "Viva Vittorio Emanuele Re d' Italia". In somma,quello quei posti bui e misteriosi erano il nido dei Carbonari, che attenderanno con ansia il suo prezioso messaggio. Appena entrato da una porta qualunque, il ragazzo si trovò in un ambiente ben più che labirintico, con porte ovunque, ma una sola, e soprattutto ben nascosta celava l'accesso alle scale sotterranee. Dopo aver chiuso bene tutti gli accessi, Luigi penetrò in quegli umidi cunicoli. Solo dopo svariati metri poté scendere la scalinata di pietra che lo portò all'accesso principale. Appena entrato, egli consegna il messaggio a Mazzini, e quasi tutti vanno a chiudersi in una stanza a confabulare. La chiave girò solo a sera, quando tutti andarono a mangiare. Mazzini adorava esporre le sue tattiche durante la cena, quando tutti erano riuniti e ben attenti: a pancia piena si ragiona meglio. Il suo tono non era dei più allegri: -”I fratelli Bandiera hanno fallito, il popolo non partecipa, le idee non circolano. Dobbiamo cambiare tattica”-. Mentre Mazzini intonava i soliti discorsi, il fratello di Luigi, appena undicenne, rovesciò un bicchiere di limonata, e il liquido formò una “S”. Solo il padre notò che, quando Giovanna mise le candele lì vicino, la scritta comparve all'improvviso. mentre Mazzini osservava curioso un idea gli balzo alla mente e gridò: -”ecco la soluzione!!!”-. La furbata che venne in mente al grande rivoluzionista fu proprio quella di scrivere i messaggi col limone in piccoli biglietti, che poi qualcuno avrebbe venduto di nascosto ai colleghi Carbonari dell'altra sede. Lo scantinato lavorò tutta la notte e alla mattina furono scritti parecchi biglietti, e furono nascosti in altrettante cianfrusaglie. Il piano era semplice ed efficace: Marco, fratello di Luigi, doveva fingere di essere un "robivecchi" e aveva l'ordine di vendere solo quando i compratori esprimevano di nascosto il segno concordato, altrimenti doveva alzare il prezzo talmente tanto da far fuggire ogni probabile vero acquirente. La mattina andò a compiere la missione. Sembrava una cosa tranquilla ma ad un tratto le vie si svuotarono: i gendarmi passavano a fare il giro di pattuglia. Egli sapeva bene cosa fare in questi casi, e rimase lì, facendo finta di nulla. Le guardie, vedendo un ragazzino a vendere, andarono subito a divertirsi. Prendevano la merce, la esaminavano ma, per la fortuna , trovarono solo pezzi di carta bianchi in mezzo alle cianfrusaglie. Marco stette al loro gioco, e inizio a contrattare sul prezzo di una insignificante cravatta. I gendarmi, stupiti delle sue abilità di mercante, lo presero in giro con degli ironici complimenti e una stretta di mano, e se ne andarono ridendo. La giornata passò in fretta, e quasi tutti gli oggetti finirono in mano alle persone giuste. A sera il ragazzino tornò  allo scantinato, con i pochi oggetti rimasti nel carretto. Per la strada rideva soddisfatto, lui conosceva la realtà, e si accorse che ben presto la popolazione sarebbe insorta, e l'Italia tornerebbe ad essere una nazione unita. Ed è con questi pensieri in testa, che entrò nello scantinato, mentre i raggi di un tramonto di libertà ne illuminavano la porta.

 

Idee di rivoluzione, di propaganda, questo è essere uniti. Nelle cose non basta il voler fare, serve anche il saper fare, serve un orgoglio, serve un obiettivo. L'egoismo è il primo nemico della rivoluzione, il vero rivoluzionario agisce per amore della patria e dei concittadini, perché dopo tutto questa vita non ha senso  a tenerla per se, questa vita non ha senso a usarla solo per i propri scopi. La vita è una partita, e deve essere giocata bene. Non ci saranno possibilità, non ci saranno persone che ti tenderanno la mano senza chiedere nulla in cambio. Solo i nemici saranno veri, e l'unica cosa bella che può avere un nemico è la sincerità. Ogni persona ha un guscio fuori di lei e questo guscio si chiama odio ed è formato da tutti i sentimenti che uno non riesce a riversare verso gli altri. L'amicizia tenuta per se stessi si trasforma in odio, le emozioni belle trattenute dall'ingordigia diventano odio. Io credo che è per questo che i rivoluzionari combattevano, perché una patria unità può sconfiggere l'odio, una patria unita insieme ad altre può sconfiggere i problemi, l'intero pianeta unito può sconfiggere il diavolo stesso. Basta con le guerre, è ora di finirla, non bisogna fare come gli struzzi, bisogna tirar fuori la testa, vedere come va il mondo intero e darsi una mano per farlo diventare sempre migliore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

Michela Pasquali- Luca Martinelli

Class 3°A

ISTITUTO COMPRENSIVO SANT’ANGELO IN VADO(PU)

ITALY

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