Bardella
Alice
ANALISI DEL TESTO
STORIOGRAFICO
A
Cesare Beccaria
nacque nel
Dopo aver studiato a Parma presso i gesuiti ed essersi laureato in legge ad
appena vent'anni all'Università di Pavia, tornò a Milano. Qui in breve
interruppe i rapporti con i genitori e con il suo ceto, perché aveva preso a
disprezzare l'ambiente della nobiltà, e perché innamorato di Teresa Blasco, non
nobile, malvista dai genitori. Conobbe
Giuseppe Parini ed entrò nel circolo dei Verri, che avrebbe avuto nel «Caffè»
(1764-66) il suo organo di espressione.
Ispirato da Verri, nello stesso anno pubblicò il suo primo scritto edito, Il
trattato Del disordine e de’ rimedi delle monete nello Stato di Milano nel
1762, frutto della sua adesione alle teorie filosofiche, sociali ed economiche
degli illuministi francesi.
Anche il tema del suo secondo trattato, Dei delitti e delle pene, gli fu
proposto da Pietro e Alessandro Verri gli fece da consulente. Pubblicato
anonimo a Livorno nel 1764 , il libro ebbe uno straordinario successo,
soprattutto per la protesta contro la tortura e la pena di morte, ma fu anche
al centro di polemiche reazionarie, sia di tipo religioso, sia di tipo
morale.
Nel 1766 fu
accolto con esultanza a Parigi, dove si era recato con Alessandro Verri, ma
egli preferì tornare velocemente a Milano e i suoi rapporti con i Verri ne
risentirono notevolmente.
Ripresi i suoi studi di letteratura e di economia, pubblicò con scarso successo
il trattato "Ricerche
intorno alla natura dello stile" (1770).Rifiutò l’invito di
Caterina II a recarsi in Russia per presiedere alla riforma del codice penale
ma accettò di ricoprire la cattedra di economia politica, per lui creata, nelle
Scuole Palatine di Milano nel 1768, dove insegnò due anni.
Nel 1771 fu
nominato membro del Supremo consiglio di economia, poi magistrato provinciale
per
Rimasto vedovo nel ’74, si risposò l’anno stesso con Anna Barbò;
dai due matrimoni ebbe quattro figli: la primogenita, Giulia, fu madre di
Alessandro Manzoni. Morì a Milano nel 1794.
Per
quell'epoca, "Dei
delitti e delle pene" fu un opera di capitale importanza tanto
da un punto di vista contenutistico quanto da un punto di vista formale,
un'opera che al rigore logico univa il pathos umanitario e che avallava le
esigenze dello stato illuminato.
Il fine,
prepostosi dal marchese Beccaria nello scrivere il trattato, era quello di
sottolineare i difetti delle legislazioni giudiziarie a lui contemporanee, e,
nello stesso tempo, di avanzare delle possibili soluzioni per porre rimedio
alle lacune e alle ingiustizie dei vari sistemi penali.
B
1. Ad una
prima lettura, il testo risulta abbastanza complicato a causa dell’utilizzo di
termini non conosciuti da me e di argomentazioni e ragionamenti alquanto
complessi.
Rileggendo
con più attenzione e con l’ausilio di un vocabolario, la mia impressione iniziale è cambiata,e il
testo mi ha stupito per la sua
modernità:Beccaria esamina con estrema lucidità un certo numero di reati e le
loro rispettive pene.
2. Per
quanto riguarda il genere storiografico, a mio parere, il capitolo XVIII può
essere considerato un essay, tratto da un pamphlet
(trattato breve), ma allo stesso tempo anche un commento o una dissertazione.
3. I
“termini sorprendenti” che io ho riscontrato sono: prodigalità (riga 1), supplicii (riga 1),
intensione (riga 38,65,68), assersione (riga 37),
procacciasi (riga 42), intervallo (riga 101), reo (riga 64, 147), fanatismo
(riga 71, 73), contrappeso (riga 97), travaglio (riga 102), inavvedutezza (riga
122), onta (riga 140), paralogismi (riga 158), pelago (riga 164), notte (riga
170), fausti (riga 187).
4.PRODIGALITÀ:
1. abbondanza, più
propriamente generosità dettata da benevolenza
2. “Se vuoi eliminare l'avarizia, devi eliminare sua madre:
la prodigalità” (Marco Tullio Cicerone), la parola è usata con il significato
qui seguente;
3. qualità di chi è prodigo:
che spende con eccessiva generosità il proprio denaro e dilapida
sconsideratamente le proprie sostanze
SUPPLICII: 1. supplizi, sofferenze
2. Nel testo di Foucault “Sorvegliare e punire” (num. 47 pag. 245 ”Profili storici dal 1650 al
3. grave pena corporale
INTENSIONE: 1.intensità
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. intensità, grado di efficacia, di energia, di
evidenza con cui qualcosa si manifesta
ASSERSIONE: 1. affermazione, asserzione
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. asserzione: la cosa
affermata, specie se per iscritto
PROCACCIASI: 1. soddisfa
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. procacciare: cercare
di avere, industriarsi per ottenere qualcosa; procurare
INTERVALLO: 1. divario, distacco
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. interruzione di
continuità; sospensione, pausa
REO: 1. colpevole, riferito ai condannati a morte
2. Sulla
pena di morte. Manifestazione pubblica sul caso di Rocco Barnabei.
(12/9/2000), dove il
termine REO assume ancora il significato di “colpevole”
3. nel linguaggio giuridico,
detto di chi ha commesso un'infrazione delle norme penali
FANATISMO: 1. chi, aderendo ad una
ideologia, non è in grado di giudicare obiettivamente
2. VOLTAIRE, Trattato
sulla tolleranza (La trincea della ragione contro ogni fanatismo), Demetra,
Verona 1996, dove il termine fanatismo assume il significato qui sotto
riportato
3. espressione di eccessivo
attaccamento a una concezione (spec. religiosa, ma anche ideologica, politica,
ecc.) che si manifesta con un'assoluta esaltazione di quella e con un uguale
rifiuto e intolleranza di concezioni diverse.
CONTRAPPESO:1.rimedio, alternativa
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. peso che si contrappone a
un altro per stabilire e mantenere l'equilibrio.
INAVVEDUTEZZA: 1. sventatezza, il
fare una cosa senza riflettere
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. occasionale
superficialità, a causa della quale non ci si rende ben conto di qualcosa
finendo con l’agire in modo sprovveduto
ONTA: 1. offesa, affronto
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. vergogna, disonore
conseguente a fatto commesso o affronto subito,grave ingiuria che lede l'onore
PARALOGISMI:1. riflessioni,considerazioni
logiche e coerenti anche se errate nelle conclusioni
2. Non ho trovato il termine in altri testi
PELAGO:1. gran numero,
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. mare profondo, agitato;
alto mare; distesa molto vasta di acqua;fig. numero
infinito di cose fastidiose o spiacevoli, da cui è difficile uscire.
NOTTE: 1. il periodo della
schiavitù
2. Non ho trovato il termine in altri testi simili
3. lo spazio di tempo che va
dalla fine del crepuscolo serale all'apparire dei primi albori mattutini;
durante questo periodo le tenebre prevalgono sulla luce
FAUSTI: 1. portatori di beni
2. Non ho trovato il termine in altri testi
3. propizio, favorevole;che è
motivo di letizia e di gioia.
C
1.
1.
Ho suddiviso il testo
in sei paragrafi:
1. dalla riga 1 alla riga 29;
2. dalla riga 30 alla riga
64;
3. dalla riga 65 alla riga 85;
4. dalla riga 86 alla riga 124;
5. dalla riga 125 alla riga 160;
6. dalla riga 161 alla riga 173;
7. dalla riga 174 alla riga 191.
2. Ai paragrafi
precedenti ho assegnato i titoli seguenti:
1. NO ALLA PENA DI MORTE
TRANNE QUANDO…
2. EFFICACIA
DELL’ESTENSIONE DELLA PENA
3. L’ANIMO
UMANO A CONTATTO CON LE PENE
4. EFFETTI
DELLA SCHIAVITÙ NELLA MENTE UMANA
5. ACCUSE
ALLE LEGGI, ALLA GIUSTIZIA E ALLA RELIGIONE
6. PENA
DI MORTE IN ALTRI SECOLI E ALTRE NAZIONI
7. CRITICA
A MONARCHI “PIGRI”
3. Le parole-chiave che ho individuato
sono:
·
MORTE
( riga 2, 15, 16, 19, 27, 44, 49, 71, 86, 128, 147, 155, 167);
·
PENA
DI MORTE ( riga 12, 28-29, 51, 57, 69, 79, 82, 125, 135, 162);
·
PENA/PENE
( riga 38, 60, 61, 65, 68, 80, 82, 90);
·
SCHIAVITÚ
( riga 69, 80, 86, 88, 90, 118);
·
DIRITTO
( riga 3, 11, 12);
·
INTENSIONE/ESTENSIONE
( riga 38, 65, 68 / riga 39);
·
LIBERTÁ
( riga 45, 110);
·
DELITTI/I
( riga 28, 47, 66, 68, 80, 81);
·
LEGGI
( riga 5, 22, 82, 97, 100, 102, 119, 127, 129, 132, 150, 182).
2.
1. Nel
testo ho trovato la seguente narrazione:
·
Dalla
riga 30 (Quando la esperienza di tutti i secoli…) alla riga 36 ( …quello
dell’autorità );
la seguente descrizione:
·
Dalla
riga 108 ( vivrò libero e felice…) alla riga 113 (…ai loro cani), dove descrive
l’Età dell’ Oro;
le
seguenti ricostruzioni:
·
Dalla
riga 96 ( Ecco presso a poco…) alla riga 116 (..ultima tragedia.),
ricostruzione del pensiero di un ladro o di un assassino;
·
Dalla
riga 149 ( Ah!, diranno essi,…) alla riga 158 ( …ha di doloroso!),
ricostruzione del pensiero degli uomini che vedono la tranquillità di
magistrati e sacerdoti nel condannare un uomo alla pena di morte.
2. Ho individuato numerose
argomentazioni, spiegazioni e ipotesi:
·
ARGOMENTAZIONI:
dalla riga 16 (La morte di un cittadino…) alla riga 26 (…autorità, ); dalla
riga 30 (Quando la esperienza di tutt’i…) alla riga
37 (…assersione.); dalla riga 41 ( L’impero…) alla
riga 50 ( …oscura lontananza.); dalla riga 57 (La pena di morte…) alla riga 64
(… reo.); dalla riga 68 (dunque l’intensione…) alla
riga 79 (…dei secondi.); dalla riga 87 (sommando…) alla riga 95
(…dell’infelice.); dalla riga 126 ( Se le passioni…) alla riga 131 ( … pubblico
assassinio.).
·
SPIEGAZIONI:
dalla riga 3 ( Non certamente quello…) alla riga 7 (…delle particolari.); dalla
riga 38 ( Non è l’intensione…) alla riga 41 (
…movimento.); dalla riga 81 ( e se egli è…) alla riga 85 (…medesimo tempo.);
dalla riga 188 ( Se essi, dicono…) alla riga 191 ( ..autorità.).
·
IPOTESI:
dalla riga 2 ( se la morte sia…) alla riga 3 ( …organizzato.); dalla riga 14
(Ma se dimostrerò…) alla riga 15 ( dell’umanità.); dalla riga 26 (io non veggo…) alla riga 29 (…di morte.); dalla riga 79 ( Colla
pena di morte…) alla riga 81 (…durevoli esempi,); alla riga 123 ( Non è utile…uomini.).
D
1. 1. Gli elementi derivanti dal passato che
io ho considerato come “propriamente fattuali” sono:
2. Gli elementi,invece, “fattuali elaborati” sono:
2. Le
cause della pena di morte che ho rintracciato nel testo sono: dalla riga 13 (
perché giudica…) alla riga 14 (..del suo essere.) introducendo i motivi che
possono portare alla pena di morte e esponendoli con chiarezza dalla riga 16 (
La morte di un cittadino…) alla riga 29 (…di morte). Le conseguenze della pena
di morte si trovano, invece: dalla riga 51 ( La pena di morte…) alla riga 55 (
…dei Lacedemoni) , dove Beccarla spiega che l’effetto della pena di morte è
violento, ma viene presto dimenticato dagli uomini; dalla riga 150 ( Ah, diranno, ) alla riga 158
( di doloroso!), sequenza in cui l’autore espone le conseguenze della pena nel
pensiero degli uomini che diventa critico nei confronti di magistrati e
sacerdoti. Oltre a queste ho individuato le conseguenze della pena di schiavitù: dalla riga 38 (Non è l’intensione…) alla riga 41(…movimento) e dalla riga 68
(dunque l’intensione…) alla riga 79 ( …secondi), dove
Beccarla sostiene che la schiavitù sarebbe migliore della pena di morte perché
mentre quest’ultima causa solo dolori estremi ma passeggeri, nella prima
l’effetto è più “esteso” e incide maggiormente nella sensibilità degli uomini;
dalla riga 80 (è questo il vantaggio…) alla riga 93 (..immaginazione),
sostenendo che la schiavitù spaventa di più chi la vede permettendo così di
impedire molti futuri delitti.
Per
quanto riguarda le variabili: dalla riga 134 ( Quali sono…) alla riga 139 (…al
di fuori.) dove appunto, varia, contraddicendosi, l’opinione degli uomini di
fronte alla morte: da un lato provano piacere alla morte del colpevole poiché
egli ha assassinato un’altra persona, dall’altro giudicano “un buon cittadino”
colui che esegue l’esecuzione nonostante anch’egli stia uccidendo un essere umano: è impossibile allontanare i cittadini
dall'assassinio ordinando un pubblico assassinio ;
dalla riga 57 (La pena di morte..) alla riga 60 (…inspirare.) in cui variano le
reazioni di fronte alla pena: chi è soddisfatto, chi invece prova compassione
mista a sdegno.
3.
La causalità, a mio parere, può essere
considerata diretta e allo stesso tempo reciproca: diretta, nel senso che
all’aumentare delle esecuzioni delle pene di morte la criminalità aumenta;
reciproca, nel senso che le pene di morte macchiano le autorità, e quindi le
leggi, della colpa di omicidio, il male risulta così raddoppiato e di
conseguenza i cittadini non si fanno scrupoli nel commettere ulteriori delitti.
4.
Gli usi linguistici presenti nel testo
sono tutti quei termini ormaiscomparsi dal linguaggio
comune come supplicii, intensione,colla,veggo, sperienza sostituiti al
giorno d’oggi da supplizi,intensità, con la, vedo, esperienza.
Per
quanto riguarda invece i valori e i pregiudizi della civiltà, di cui il testo è
testimonianza troviamo: il desiderio di vendetta che prevale sul desiderio di
giustizia; l’affidarsi a autorità che tengono conto solo delle proprie
ricchezze e dei propri piaceri e l’affidarsi alla religione e alla Chiesa, la
quale non si impone contro la pena di morte che va contro il dogma cristiano
“Non uccidere”.
E.
Il testo di Beccaria
mi ha sorpreso per la sua modernità. Al giorno d’oggi, infatti si discute molto
sulla pena di morte:in molti paesi in cui vige la pena di morte, primi fra
tutti alcuni degli Stati Uniti, esiste un forte movimento che ne
chiede l'abolizione.
Io,
personalmente, mi ritengo contro la pena di morte per numerosi motivi, alcuni
coincidenti con quelli esposti da Beccarla: innanzitutto l’inumanità della
procedura.
C’è da
considerare, poi, la possibilità dell’errore e l'impossibilità di ridare la
vita nel caso in cui un uomo, condannato alla morte, fosse ritenuto innocente
in seguito ad un successivo processo.
Inoltre, come
sostiene Beccaria, in primo luogo lo Stato non può possedere il diritto di
decidere per una vita umana, che non gli appartiene e in secondo luogo, a mio
parere, che la pena di morte non possa funzionare come deterrente per i delitti
più efferati .Inoltre penso che bisogna dare la
possibilità al reo di redimersi e di rendersi in qualche modo utile alla
comunità a cui ha arrecato danno.
È
certo che nell’Italia del 2007, le pene inflitte sono fin troppo deboli e i
periodi di detenzione sempre più brevi: nemmeno questa è la punizione adatta,
perché in questo modo, i criminali non trovano nessun tipo di ostacolo nel
compiere reati e non hanno nessuna valida motivazione per non compierli una
seconda volta appena usciti dal carcere. Ed è pessima l’idea che si fa ognuno
di noi nei confronti della giustizia.
La
cosa migliore sarebbe trovare una via di mezzo: l’ergastolo a vita, per
esempio, privando il criminale della propria libertà senza toglierli la vita,
sulla quale nessuno ha il diritto di decidere.
Bardella
Alice
Classe
4^ A Linguistico
a.s. 2006/07
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