Michieletti Glenda  

Classe 1^ B  ind. classico

 

ANALISI DEL TESTO STORIOGRAFICO

 

A Introduzione critica all’eventuale autore e al testo

Jacques Le Goff, nato a Tolone il 1 gennaio 1924, è uno storico francese, studioso della storia e della sociologia medievale. Autorevolissimo nel campo agiografico (vita dei santi). Autore di molti saggi di storia medievale, fra i quali “Tempo della Chiesa e tempo del mercante” (1982) e “La civiltà dell’occidente medievale” (1976). È attualmente docente all’Università di Parigi e Lilla e dirigente dell’“École pratique des hautes étudies” di Parigi. Nel 1987 riceve la menzione speciale della Giuria del Premio Internazionale città di Ascoli Piceno.

In questo testo (facente parte del libro “Tempo della Chiesa e tempo del mercante”) l’autore analizza le ragioni dell’ideologia cristiana applicate ai mestieri del Medioevo e alla loro trasformazione, che corre di pari passo con l’evoluzione delle idee e della società. Osserva quindi come il lavoro da penitenza diventa uno strumento di salvezza apprezzato anche dall’autorità più severa di quel tempo: la Chiesa.

 

B Lettura ripetuta e operazioni su alcuni termini

B.1 Impressione globale

L’autore vuole fornire un quadro completo dei mestieri dell’Occidente medievale, soffermandosi in particolare sul preciso momento in cui i medesimi sono stati prima disprezzati, poi semi-riconosciuti ed infine accettati. Con il passare del tempo, cambia la mentalità e quindi l’apertura del pensiero verso quei mestieri che prima erano messi alla gogna come disdicevoli e impuri. Quando si capisce finalmente che, però, molti di questi (se non quasi tutti) contribuiscono a far rifiorire l’economia e progredire la società (vedi mercante), il prospetto cambia e si delinea una spaccatura ulteriore fra il lavoro intellettuale e quello manuale .

B.2 Genere storiografico

Quest’opera è definita essay

B.3 Elenco dei “termini sorprendenti”

Chierici (riga32); istrioni (riga48); follatori (riga51); trippaioli (riga56); tabù(riga62);

usuraio (riga90); atavico(riga100); voluttà (riga129); entourage (riga288); prostitute(riga339); ieocratico(riga426).

B.4 Ricostruzione del significato dei termini

I termini risultati sorprendenti sono stati usati per designare cose proibite, tipi di mestieri e di realtà dell’epoca, e sono usati con lo stesso significato del vocabolario. Il termine “usuraio” è stato usato anche da Simone di Bisognano nella “Summa”(1178). “Chierici” e “prostituta” sono stati usati da Roberto da Romans nel brano “Alle donne dal corpo peccaminoso, cioè alle meretrici” tratto dal libro “Prediche alle donne del secolo XII”. “Follatori” è usato dallo stesso Le Goff anche in un altro testo (Il tempo del lavoro nella crisi del secolo XIV). Non riscontro usi dello stesso termine con significati diversi. In un contesto generale, i termini hanno questo significato:

·        Tabù= divieto di fare certe cose o pronunciare certe parole; tutto ciò che forma oggetto di un divieto senza fondamento oggettivo.

·        Entourage= gruppo di persone che frequentano un personaggio importante.

·        Voluttà= piacere, godimento fisico, gusto, compiacimento.

·        Ieocratico= (ieocrazia) esercizio del potere politico da parte di una casta sacerdotale e conseguente forma di governo.

·        Trippaioli= venditori di trippa, operai macellatori.

·        Istrioni= nell’antica Roma attori di commedie; esibizionisti.

·        Follatori= addetti alla conceria dei tessuti.

·        Atavico= proprio degli antenati; ancestrale.

·        Chierici= persone consacrate al servizio di Dio, chi serve la messa.

·        Usuraio= chi presta denaro ad interesse; stozzino.

·        Prostitute= donne che esercitano la prostituzione, vendita del proprio corpo; meretrici.

 

C Scomposizione

C.1 Scomposizione lineare

Il testo è stato diviso in 13 paragrafi.

1.     dalla riga 1 alla 24= La ruota della fortuna dei mestieri

Parole Chiave: mestieri, nobili, vili, leciti, illeciti, occidente medievale

2.     dalla riga 25 alla 58= Mestieri proibiti

Parole Chiave: usura, prostituzione, indice

3.     dalla riga 59 alla 99= I tabù dei mestieri

Parole Chiave: proibite, disprezzate, tabù, diletto, orrore, sangue, mercenari, ordalie

4.     dalla riga 100 alla 173= Mestieri leciti e illeciti

Parole Chiave: Chiesa, ideologico, gioco, avarizia, lussuria, goloso, mercante, artigiano

5.     dalla riga 174 alla 210= È finito il tempo del disprezzo

     Parole Chiave: artigiani, prestigio, fabbri, chierici, rivoluzione, disprezzo

6.     dalla riga 211 alla 271= Revisioni e giustificazioni

     Parole Chiave: revisione, distinzione, usura, giullari, prostitute, tolleranza

7.     dalla riga 272 alla 362= Ulteriore rivalutazione dei mestieri più disprezzati

     Parole Chiave: giullari, acrobati, musici, mercante, danaro, guadagni, utilità

8.     dalla riga 363 alla 401= Trasformazioni economiche ed evoluzione sociale

     Parole Chiave: schemi, arti, intelletto, specializzazioni, società, aristocrazia,   

     clero

9.     dalla riga 402 alla 429= Disprezzo che colpisce i mestieri

     Parole Chiave: servo, schiavo, mercenari, laboratores, uguaglianza, macchia

10.                       dalla riga 430 alla 459= Nuovi ceti e rinnovamento

     Parole Chiave: ceti, artigiani, mercanti, pregiudizi, promozione, diffidenza

11.                       dalla riga 460 alla 491= Spaccature interne ai vari ceti

     Parole Chiave: borghesia, ricchi, spirituale, materiale, arti maggiori, arti minori

12.                       dalla riga 492 alla 540= Nuova frontiera del disprezzo

     Parole Chiave: discriminazione, stima, disprezzo, signori, plebe, contadino

13.                       dalla riga 541 alla 552= Anche la Chiesa si adegua

     Parole Chiave: favorisce, protegge, giustificazione, promozione sociale,

     psicologica

C.2 Scomposizione dello spessore

Il testo si apre con una spiegazione dell’autore sull’importanza che ha lo studio dei mestieri medievali. Continua fino alla fine con descrizioni-narrazioni sui mestieri proibiti, ed una spiegazione particolareggiata di eventi, fatti, cambiamenti. Sono presenti delle argomentazioni che spiegano il rapporto fra la società dell’epoca e le occupazioni a cui ci si dedicava. L’autore non da pareri personali sui temi trattati.

 

D Storicizzazione del testo

D.1.1 Elementi derivanti dal passato “propriamente fattuali”

La maggioranza dei mestieri praticati nel Medioevo è condannata e successivamente rivisitata, perciò cambia il pensiero. La narrazione è un blocco di elementi fattuali.

D.1.2 Elementi derivanti dal passato “fattuali elaborati”

L’autore tende a non dare proprie opinioni sui fatti citati, ma a descriverli solo nel complesso. Fa eccezione questa parentesi in cui troviamo un pensiero di Le Goff riferito al tabù del sangue: «Questa società sanguinaria che è stata quella dell’Occidente medievale, sembra oscillasse fra il diletto e l’orrore del sangue».

D.2 Cause, conseguenze e variabili riscontrate nel testo

 

CAUSE

CONSEGUENZE

Tabù del sangue

Condanna di dottori, barbieri, speziali

Tabù della sporcizia

Condanna di tintori, follatori, cuochi

Tabù del denaro

Ostilità verso mercanti, banchieri, usurai

Lussuria

Condanna di locandieri

Avarizia

Condanna di uomini di legge (trattano il denaro)

Pigrizia

Condanna del mendicante autonomo (dovrebbe lavorare)

Dogmi cattolici

Condanna dei mestieri a scopo di lucro

Vergognosi atteggiamenti

Condanna dei giullari che intrattengono le corti

Piacere nella vendita del corpo

Condanna di prostitute

 

Variabile: pregiudizio nei confronti di alcuni mestieri

 

D.3 Rapporto di causalità storica (diretta, inversa, reciproca)

Non presente

D.4 Usi linguistici, valori, pregiudizi della civiltà di cui il testo è testimonianza

Questo testo è carico di pregiudizi sulla civiltà di cui è testimone.

(Per evitare possibili ripetizioni si può far riferimento al punto D.2, dove le cause rappresentano il pregiudizio radicato nell’epoca, e le conseguenze sono le loro derivazioni).

Il valore del mestiere di contadino, assieme a quello di artigiano, è lodato in quanto entrambi non creano nulla ma trasformano qualcosa. Lavorano ad immagine di Dio.

 

 

E Applicatio

Lineare, distaccato e comprensibile. Sono questi gli aggettivi che userei per commentare questo saggio storico. Mi è piaciuta la chiarezza dell’autore nello spiegare fatti e argomentazioni senza aggiungere troppi commenti personali, che potrebbero a lungo stancare il lettore. Anche ai giorni nostri potremmo parlare di disprezzo o pregiudizio. Pensiamo solo a quei mestieri considerati “di serie b” e ritenuti poco adatti ad una persona istruita, o poco dignitosi.

Ora però mi chiedo: se non ci fossero ad esempio quei signori che vengono a svuotare i  nostri cassonetti, o a pulire le strade pubbliche (e tanti altri lavori), come potremmo vivere in un ambiente pulito senza questi servizi, che molti di noi reputano “disdicevoli”? Ciò mi porta a pensare che nessuno può permettersi di giudicare qualsivoglia mestiere, perché ogni cosa, fatta con dignità, ha un immenso valore.

 

Michieletti Glenda

 

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