ANALISI DEL TESTO STORIOGRAFICO

Pozzati Giovanni

1^B class

A) Il testo che ci troviamo ad analizzare è un saggio di carattere storico, che non esclude parti descrittive e commenti, scritto dal celebre Jacques Le Goff, noto storico francese, nato a Tolosa il 1° Gennaio 1924 e tuttora vivente, che ha basato la sua carriera sullo studio della storia e della sociologia del Medioevo.

È infatti autore di molti saggi di carattere storico (tra cui il saggio in questione) ed esperto nel campo dell'agiografia, ossia lo studio di tutto il complesso delle testimonianze che costituiscono la memoria della vita di un santo.

È stato docente all'università di Lilla, a Parigi e inoltre dal 1962 dirige “l'ècole pratique des hautes étudents” (sempre a Parigi).

Ha pubblicato nel 1957 “Gli intellettuali del medioevo”, nel 1967 “Il basso medioevo”, nel 1969 “La civiltà dell'occidente medievale”, nel 1976 “Mercanti e banchieri del Medioevo”, nel 1977 “Tempo della Chiesa e tempo del mercante”, nel 1982 “La nascita del Purgatorio e intervista sulla storia”, nel 1983 “Il meraviglioso e il quotidiano dell'occidente medievale”. Collaborò alla “Storia d'Italia” (Einaudi) col saggio “L'Italia nello specchio del Medioevo”. Nel 1980 ha curato i volumi “La nuova storia” della Mondadori e nel 1981 “Fare storia” dell'Einaudi e “Famiglia e parentela nell'Italia medievale” del Mulino. Nel 1987 riceve la menzione speciale della Giuria del Premio Internazionale Città di Ascoli Piceno.

L'opera in questione illustra non solo i mestieri piu comuni nel periodo medievale, ma anche i pregiudizi, i tabù e le dicerie legate ad essi, spesso messi in circolazione dalla chiesa e favoriti dalla mentalità della gente del tempo, basata su una concezione teocratica della vita.

La chiesa è il punto di riferimento principale per tutti i cittadini del medioevo (specialmente i più umili) e se essa creava e diffondeva dei pregiudizi, questi erano facilmente assorbiti dall'opinione pubblica. Per questo molti mestieri legati a particolari tabù venivano condannati, visti con disprezzo e in casi più estremi addirittura considerati anticlericali e banditi dalla società (mercanti, usurai, giullari, prostitute).

Da questa visione delle cose lo storico passerà poi a parlare di una “rivoluzione” culturale, che ha cercato di giustificare molti dei mestieri allora ritenuti illeciti e di cercare in ogni mestiere un utilità per la comunità (i mercanti facevano infatti girare l'economia).

Le Goff inoltre si preoccupa di descrivere nei dettagli i vari mestieri, quelli favoriti dalla chiesa e quelli maledetti, le classi sociali agiate e quelle povere e la mentalità cristiana del Medioevo, assolutamente chiusa ed estremista, pronta a condannare il mestiere più utile a causa di un tabù discutibile.

Il testo è a mio parere facilmente comprensibile e grazie ad una rapida analisi è possibile far emergere le prime considerazioni in modo semplice, senza difficoltà; chiaramente un'analisi più approfondita e una lettura attenta per individuare le particolarità più complicate è necessaria, ma non comporta comunque un grande sforzo.

Le Goff a mio parere svolge il suo lavoro di storico in modo molto dettagliato, spiegando con completezza e semplicità gli argomenti che tratta ed usando uno stile semplice che non rende difficile la lettura del brano, anzi la rende interessante ed accende la curiosità del lettore.

 

 

B) b 1 : nel testo viene descritto il pensiero medievale riguardante i mestieri e le classi sociali in modo molto approfondito e critico, analizzando con cura anche il cambio di opinione su vari mestieri, e le giustificazioni di altri, nel corso del tempo

b 2 : il testo è una relazione, poiché fornisce in modo dettagliato informazioni riguardo un argomeno, in un particolare periodo storico, ma anche un commento, poiché lo storico, in alcuni passi, critica e giudica i fatti dell'epoca.

b 3 : in quanto a termini sorprendenti, ho individuato i seguenti : usuraio, che mi ha sorpreso poiché presenta all'epoca un significato diverso di quello odierno e, nonostante fosse ugualmente disprezzato per motivi religiosi anziché penali, si riferiva a colui che presta denaro; mercante, altro termine per me sorprendente, poiché era disprezzato da tutti in un primo periodo, nonostante fosse un mestiere che faceva “girare” l'economia, sempre a causa di accuse inflitte dalla chiesa

b 4 : analisi dei termini sorprendenti

·         i termini nel testo fanno parte di un repertorio di parole legate ai mestieri del medioevo, che l'autore vuole descrivere

·         in altri testi, anche moderni (articoli di giornale, romanzi ecc...) hanno significati differenti: il termine “usuraio” indica un criminale che estorce soldi alla gente, mentre il termine “mercante” indica chiunque venda delle merci di vario genere, ma è considerato un mestiere rispettoso e indispensabile.

·         Ecco i significati dei termini che propone l'attuale vocabolario di lingua italiana: usuraio colui che esercita l'usura, che presta denaro con altro interesse, a condizioni usuraie; mercante chi esercita un'attività commerciale di notevole entità.

 

 

C)

c 1- Scomposizione del Testo

·         Ho suddiviso il testo in vari paragrafi :

1.      Dall'inizio “Ogni società....” fino alla tredicesima riga della seconda colonna, alla parola “...indice”

2.      dall'espressione “Sullo sfondo...”, quattordicesima riga della seconda colonna, alla parola “...indolenza”, sedicesima riga della quarta colonna.

3.      Dalla parola “Ancor...”, diciassettesima riga della seconda colonna, alla parola “...poco”, decima riga della quinta colonna.

4.      Dalla parola “Questo...”, undicesima riga della quinta colonna, fino alla parola “...giustificazione”, settima riga della sesta colonna.

5.      Dalla parola “due...”, ottava riga della sesta colonna, alla parola “...consegue”, trentasettesima riga della sesta colonna.

6.      Dall'espressione “Si può...”, trentottesima riga della sesta colonna, alla parola “...denaro”, trentaduesima riga della nona colonna.

7.      Dalla parola “Questo...”, trentatreesima riga della nona colonna, alla parola “...macchia”, quarantacinquesima riga della nona colonna.

8.      Dalla preposizione “Ma...”, quarantaseiesima riga della nona colonna, alla parola “...municipali”, diciassettesima riga dell'undicesima colonna.

9.      Dall'espressione “si delinea...”, diciottesima riga dell'undicesima colonna, alla parola “...insorta”, ventisettesima riga della dodicesima colonna.

10.  Dall'espressione “Di fronte...”, ventottesima riga della dodicesima colonna, alla parola “...psicologica”, ultima riga della dodicesima colonna e ultima parola del testo.

 

·         Nomina dei paragrafi individuati

 

1.      INTRODUZIONE DELLO STORICO

2.      I MESTIERI CONDANNATI A CAUSA DEI TABU'

3.      DISPREZZO DI CIO' CHE NON AVEVA A CHE FARE CON LA CHIESA ED ELOGIO DEI MESTIERI LEGATI ALLA TERRA

4.      CAMBIAMENTO DELLE IDEOLOGIE E DEL CONTESTO STORICO NEL CORSO DEL TEMPO

5.      PRESUPPOSTI CHE PORTANO ALCUNI MESTIERI PRIMA MAL GIUDICATI AD ESSERE RIVALUTATI POSITIVAMENTE

6.      ESEMPI DI DISPREZZO ED ESEMPI DI GIUSTIFICAZONE

7.      I LABORATORES

8.      NASCITA E POSIZIONE DEI NOVI CETI

9.      NASCITA DI UN NUOVO DISPREZZO

10.  CONCLUSIONE

 

·         parole chiave individuate per ogni paragrafo

 

1.      società, mestieri

2.      tabù, cristianesimo, prostituzione

3.      terra, disprezzo

4.      usura

5.      lavoro, commercio, weltwirtschaft

6.      mercante, giustificazione

7.      disprezzo, laboratores

8.      ceto, religione

9.      mestieri, nuovo disprezzo (nato per mano dei nuovi ceti)

10.  chiesa, adeguamento

 

c 2)- Scomposizione dello Spessore

 

·         Sono presenti descrizioni dei pregiudizi riguardanti i vari mestieri in quasi tutti i paragrafi che ho individuato. Per esempio dalla prima riga del settimo paragrafo, di descrivono i comportamenti poco ortodossi dei giullari acrobati, che vengono quindi condannati dalla chiesa; qualche riga più avanti invece è descritto il motivo per cui svaniscono i pregiudizi riguardo i giullari musici che cantano ,per i depressi e gli emarginati, canzoni, poemi e ballate riguardanti la vita dei santi e il buon messaggio lasciato da Cristo.

Vengono inoltre ricostruiti avvenimenti storici, quali l'avvento di nuovi ceti sociali che hanno rivoluzionato il modo di vedere i mestieri, e il cambiamento del contesto storico, avvenuto nel periodo di tempo compreso fra il secolo XI e il secolo XIII.

·         Le Goff inoltre spiega il motivo dei vari pregiudizi che allora erano diffusi dagli ecclesiastici: per esempio il tempo era considerato sacro, poiché apparteneva solo e unicamente a Dio, e tutto il guadagno assicurato sfruttando il tempo era considerato sporco. Gli stessi mestieri il cui guadagno consisteva nell'uso del tempo erano disprezzati e talvolta condannati (usurai e banchieri, ma anche gli stessi mercanti).

Lo stesso denaro era considerato un oggetto indegno e diabolico (secondo S. Francesco esso è lo sterco del demonio) e quindi ogni mestiere che aveva a che fare con esso era considerato impuro e anticlericale e spesso coloro che lo praticavano (usurai, banchieri, mercanti...) rischiavano pene assai gravi, come l'usuraio, che, poiché il mestiere era bandito dalla stessa Bibbia, poteva essere scomunicato dal Papa.

 

D)

d1: elementi compositivi derivati dal passato

·         Nel testo sono descritti con cura gli avvenimenti che hanno segnato il giudizio sui vari mestieri; l'autore si sofferma ad analizzare in modo approfondito ognuno di essi, collegandolo alle cause per cui si è diffuso e agli effetti che ha avuto sul mondo legato all'epoca in cui avvenivano.

Le informazioni non si limitano ai mestieri, ma riguardano anche le classi sociali e i ceti emergenti del Medioevo, tra cui il clero, che aveva senza dubbio un ruolo importante nell'opinione pubblica (come sottolinea le Goff nel saggio)

·         Elementi derivati dal passato possono essere i riferimenti alle date storiche presenti nel testo, come ad esempio il periodo compreso fra il secolo XI e il secolo XIII , citato da Le Goff poiché in esso avviene la “rivoluzione” che porterà numerosi mestieri a essere rivalutati dalla società e dal mondo religioso dell'epoca, e quindi non più relegati e condannati.

Anche gli inizi del XIII secolo vengono citati per ricordare i giudizi sui giullari, che vennero divisi in tre categorie, due di esse vennero condannate perché reputate blasfeme, una (quella dei musici) venne accettata. I secoli XIV e XV vengono messi in luce dallo storico poiché in essi avvennero numerose rivolte popolari per mano dei macellai, altra categoria di persone all'ora mal viste, poiché il loro mestiere aveva a che fare col sangue che, come ho già citato in precedenza, era uno dei principali tabù dell'epoca medioevale.

 

 

d2: Le cause per cui i mestieri elencati dallo storico erano mal visti dipendevano per il novanta per cento dall'ideologia teologica di quel tempo: la chiesa giudicava ogni singolo mestiere e per condannarlo lo collegava a un particolare tabù (denaro, sangue, tempo, vizi e peccati capitali) e con la grande influenza che essa aveva sull'opinione pubblica, causava una sua rapida delegittimazione in quanto i mestieri condannati andavano contro determinati principi biblici ed ecclesiastici.

 

d3: Il rapporto di casualità storica è in prevalenza diretto.

 

d4: I valori della società medievale, come più volte ho ripetuto nel testo, sono quelli trasmessi da Cristo in età Augustea (periodo in cui è nato, sotto il regno di Augusto) uniti ai classici dogmi riportati dall'antico testamento, ossia la rigida osservazione dei dieci comandamenti e l'assoluta devozione verso Dio, che è presente in ogni cosa nella vita quotidiana. La rigida dottrina era allora insegnata dai chierici, intellettuali che agivano nelle scuole e nelle università per conto dei vescovi e, secondo il messaggio che trasmettevano, momenti e usi di molti mestieri medievali entravano in contrasto con i dogmi ecclesiastici, dal caso estremo della prostituzione, all'innocuo macellaio (malvisto poiché operava col sangue). Innumerevoli pregiudizi quindi nacquero per mano della Chiesa e delle autorità a essa legate.

Questo testo è molto chiaro nel mettere in luce i pregiudizi del Medioevo riguardanti le attività lavorative e con spirito critico ne condanna molti, soffermandosi in alcuni punti sulla posizione della chiesa.

Le Goff evidenzia anche gli stessi tabù del medioevo, primi fra tutti il denaro e il sangue, che condizionarono in modo assai aspro la vita dei macellai, dei medici, dei chirurghi, dei mercanti e dei banchieri e di altre attività.

 

E)

Sono arrivato ora alla conclusione della mia relazione sul testo storiografico di Le Goff e vorrei esprimere alcune mie impressioni riguardo ad esso cercando di elaborare un eventuale commento finale.

Le Goff con semplicità illustra il quadro dei mestieri, leciti ed illeciti, del Medioevo, con spirito critico li analizza e trae in modo adeguato e razionale le sue conclusioni personali a riguardo.

Il testo mi ha impressionato poiché mi ha presentato un pregiudizio del Medioevo che non conoscevo.

Non credevo che i mestieri, al tempo del medioevo, potessero essere oggetto di cosi tanta complicazione e pregiudizio

Mi ha sbalordito il fatto che questi fossero giudicati uno ad uno dalla maggiore autorità dell'epoca, la chiesa, pertanto quasi ognuno di essi entrava in netto contrasto, o direttamente o indirettamente, con alcuni dogmi del cristianesimo; il disprezzo poteva raggiungere livelli molto alti e influenzare in modo assai pesante e irrazionale la vita già precaria delle classi sociali meno abbienti.

Confrontando l'epoca medievale con l'epoca attuale, mi ha creato stupore cogliere le numerose differenze, i cambiamenti e le ideologie, sul piano politico, culturale e soprattutto religioso.

Questi elementi naturalmente mi hanno fornito un'idea diversa della condizione sociale Medioevale, poiché mi si è presentata una situazione precaria, estremista, irrazionale e gerarchica, che fortunatamente oggi è cambiata radicalmente.

È inoltre molto interessante leggere lo stesso Le Goff, poiché è dotato di un linguaggio semplice ed efficace, la cui comprensione risulta priva di difficoltà.

Ho trovato dunque il saggio di le Goff brillante, ben costruito, stimolante nei confronti della curiosità di chi lo legge e, grazie a queste sue caratteristiche, mi ha permesso di comprendere meglio il messaggio che voleva trasmettermi.

Quindi comprendo come la chiarezza e la vivacità nell'esprimersi sono state delle doti che hanno aiutato Jacques nella sua carriera di storico.

Infatti noto come il testo sia risultato un'ottima relazione sul quadro delle attività Medioevali e riesce, anche grazie a riferimenti storici precisi riguardo a date e fatti, a rendere bene l'informazione storica e culturale dell'età di mezzo.

Pozzati Giovanni

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